SARDEGNA

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GNOCCHETTI ALLA CAMPIDANESEIngredienti550 gr. di malloreddus (gnocchetti sardi), 250 gr di salsiccia secca, 800 gr. di pomodori, 150 gr. di pecorino sardo secco grattugiato, 1 cipolla, 1 bustina di zafferano, vino rosso, olioPreparazionePer chi intende fare la pasta a mano mescolare la semola fine con l'acqua tiepida in cui si è sciolto precedentemente il sale necessario. Impastare con cura e poi preparare gli gnocchetti facendo dei fili di pasta spessi un dito e lunghi, da tagliare a tocchetti di 2 cm; ogni tocchetto va poi schiacciato col pollice su un apposito attrezzo per rigare gli gnocchi oppure come facciamo tradizionalmente in Sardegna sul fondo di un cesto. Si lasciano riposare. Nel frattempo facciamo rosolare l'olio con la cipolla tagliata finissima; una volta appassita uniamo la salsiccia sbriciolata bene. Cuociamo finchè è ben rosolata e uniamo una tazzina di vino rosso. Una volta sfumato uniamo i pomodori a pezzi e lo zafferano. Cuociamo per un'ora lentamente. Cuociamo gli gnocchetti per 6 minuti( devono essere al dente ma non duri). Versiamo in una terrina, mescoliamo al sugo ben ristretto e spolveriamo con abbondante pecorino.

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FREGOLE CON LE ARSELLEIngredientiAglio 2 spicchi, Brodo di pesce (fumetto) 1 lt, Olio di oliva extravergine 100 ml, Pasta di semola di grano duro - fregola - 250 gr, Pepe una spolverata, Pomodori pelati (o passata) 200 gr, Prezzemolo tritato 2 cucchiai, Sale q.b., Vongole 1 kg PreparazioneLa prima cosa da fare per preparare la fregola con le arselle è occuparsi delle vongole: comprate 1 kg di vongole (arselle) freschissime, controllatele una per una scartando quelle rotte e mettetele in uno scolapasta che introdurrete in un recipiente un po' più grande, lasciandole completamente immerse nell'acqua fredda corrente (a filo) per un'ora in modo che i molluschi tirino fuori tutti gli eventuali residui di sabbia che scivolando dai buchi del colapasta andranno a finire sul fondo del recipiente. In una padella abbastanza capiente, fate scaladare l'olio con tre spicchi d'aglio (schiacciati o interi se desiderate eliminarli dopo la doratura) e lasciate rosolare per pochi minuti il tutto. Scolate le vongole, mettetele a cuocere nell'olio facendole aprire a fuoco vivace. A questo punto, separate i molluschi dai gusci (lasciatene qualcuno integro per la decorazione finale del piatto) e metteteli da parte: filtrate, con un colino l'acqua prodotta dalle vongole in cottura. In un altro tegame, fate rosolare leggermente uno spicchio d'aglio nell'olio con il prezzemolo, aggiungete il pomodoro e lasciate insaporire qualche minuto: aggiungete quindi il fumetto di pesce Nel frattempo pulite le arselle dai loro gusci e tenetene da parte qualcuna per la decorazione finale, unite nella padella anche l'acqua di cottura delle arselle ed unite la fregola. Aggiustate eventualmente di sale. Man mano che la fregola cuoce, aggiungete, se serve, altro brodo bollente e terminate la cottura della fregola aggiungendo alla fine anche le vongole ed un pò di prezzemolo tritato. Terminata la cottura, decorate con qualche arselle col guscio, condite con un filo d'olio crudo, una spolverata di pepe e servite ancora caldo.

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PANADA CON PATATEIngredientiper la pasta500 gr - semola tipo "Granito" di grano tenero, 240 ml - acqua, 1 cucchiaino colmo, sale, 1/2 cucchiaio struttoper il ripieno500-600 gr carne, 1 kg patate, 1 spicchio d'aglio, 3-4 pomodori secchi, 1 ciuffo prezzemolo, sale e olio extravergine quanto bastaPreparazioneLavorazione della pasta: Sciogliere il sale nell'acqua e aggiungerla gradualmente alla semola sino a ottenere un impasto omogeneo. Aggiungere lo strutto e lavorare la pasta sino a raggiungere l'elasticità necessaria per poterla stendere. Dopo aver lavorato la pasta per circa 1 ora, tagliarla in due pezzi nella proporzione di 2 a 3. 2/3 per la base e 1/3 per il coperchio. Spianare la pasta per la base con il mattarello sino a ottenere una forma tondeggiante dello spessore di 4-5 millimetri, una volta pronta posizionarla in una teglia per torte da 6 porzioni con i bordi alti. Si passa quindi alla disposizione degli ingredienti nel seguente ordine: uno strato di condimenti: aglio, pomodoro secco, prezzemolo; uno strato di patate tagliate a fette dello spessore di 6-8 millimetri; uno strato di condimenti: aglio, pomodoro secco, prezzemolo e sale; uno strato di carne; uno strato di condimenti: aglio, pomodoro secco, prezzemolo e sale; uno strato di patate tagliate a fette dello spessore di 6-8 millimetri; uno strato di condimenti: aglio, pomodoro secco, prezzemolo, sale e olio; Stendere la pasta per il coperchio sino ad ottenere una forma tondeggiante dello spessore di 4-5 millimetri e posizionarla sopra la base. Fare pressione sui due lembi di pasta per fissarla saldamente ed evitare la fuoriuscita di sughetto. Una volta uniti i due lembi tagliare con le forbici la pasta in eccesso e arricciare il sino a creare una corona. Infornare nel forno preriscaldato ad una temperatura di 180° e far cuocere per circa un'ora. In linea di massima spegnere il forno quando la pasta ha un colore dorato. Servire a tavola ancora calda. Tagliare il coperchio con un coltello e pescare il contenuto con un cucchiaio.

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PANE CARASAUIngredientiFarina di semola di grano duro: 1 kg acqua 500 ml, lievito di birra 14 gr, sale 10 grPreparazionePrendete una ciotola e sciogliete il lievito di birra in poca acqua tiepida, aggiungete il sale e poi mescolate gli ingredienti liquidi con la farina, impastate bene fino ad avere un composto liscio e omogeneo. Dividete il composto in 6 parti, formate dei panetti, avvolgeteli con un panno e fateli lievitare per 3 – 4 ore. Stendete la pasta con il mattarello, dovete ottenere delle sfoglie grandi e sottilissime, diciamo pure di diametro di circa 40 cm e spessore 2-3 mm. Infarinate una teglia grande con della farina di semola e infornate queste sfoglie in forno caldissimo per pochi minuti, la pasta si gonfierà molto, appena vedete che è pronto, con un coltello incidete questa sfera in modo da formare due sfoglie. Ripetete l’operazione per tutte le sfoglie e poi disponetele di nuovo su una teglia e passatele in forno per renderle croccanti e friabili. Ogni sfoglia di pane carasau viene impilata l’una sull’altra, coperta da un telo di lino o di cotone su cui poi viene messo un peso, un disco di legno che pressa le sfoglie in modo che non si arriccino.

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PARDULEIngredienti200 gr di semola finissima, 200gr di farina 00, 500 gr di ricotta fresca, 150 gr di zucchero, 50 gr di strutto, 3 uova, 1 limone, 1 arancia, 1 pizzico di zafferano, salePreparazionePer prima cosa impastare la farina, la semola e lo strutto, aggiungere un pizzico di sale e aiutarsi con dell’acqua tiepida. Ottenete un composto compatto e liscio lavorando in maniera energica la pasta e modellate a palla coprendo con un panno. Lasciate riposare per almeno trenta minuti; Mentre la pasta riposa amalgamate il ripieno unendo alla ricotta le uova, lo zucchero, lo zafferano e la buccia dell’arancia e del limone grattugiati; Trascorsi i trenta minuti stendete l’impasto in sfoglia fina e con un coppa pasta ritagliate dei cerchi con un diametro di sei otto centimetri circa; Una volta esaurita la pasta disporre all’interno di questi piccoli cerchietti un cucchiaino di ripieno a base di ricotta e sollevare i bordi pizzicando i lati in cinque punti diversi. In pratica dovrete formare delle piccole stelle; A questo punto sistemate le vostre pardulas nella teglia precedentemente coperta con della carta forno antiaderente e mettetele nel forno preriscaldato a 170°; A le pardulas richiedono una cottura di circa mezzora. Potranno essere servite calde o intiepidite.

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SOSPIRIIngredienti7 g di farina, 50 ml di panna fresca da montare, 100 g di zucchero a velo, 150 g di mandorle dolci, 1 albume d'uovo, vaniglina, ½ cucchiaio di miele di castagnoPreparazionePelate le mandorle dolci in acqua bollente e tritarle finemente. Montate l’albume e la panna fresca. Amalgamate lo zucchero a velo con le mandorle trite, la farina, mezza bustina di vaniglina, mezzo cucchiaio di miele, la panna e gli albumi. Con un cucchiaio formate dei mucchietti con il composto, metteteli in una teglia e cuocete per 30 minuti a 150°.

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BALLU TUNDU"I Sardi hanno diversi tipi di balli, ma il vero ballo nazionale è quello detto del ballo tondo. Sembra a prima vista semplicissimo, ma offre molte difficoltà a chi non lo ha appreso fin dall’infanzia. Le difficoltà consistono non solo nel modo di fare il passo, ma anche in quello di eseguire i diversi tremolii e movimenti del corpo e certe scosse delle braccia e delle mani in cadenza dall’alto in basso": Alberto La Marmora, "Voyage en Sardaigne" 1839.
I tremolii e le scosse cadenzate del corpo e delle braccia, a cui si riferisce il La Marmora, sono comuni alla maggior parte dei balli della Sardegna, ma si manifestano maggiormente nell’interpretazione de "Su Baroniesu": così indicato perché di pertinenza esclusiva della regione delle Baronie; conserva la sua spettacolarità qualunque sia l’accompagnamento strumentale o vocale, è noto anche col nome di "Ballu Brincatu", probabilmente perché tra le sue caratteristiche rientra quella di mettere in evidenza l’estro dei migliori ballerini. All’interno della semplicità coreografica de "Su Ballu Tundu", tali movimenti richiamano ai riti di purificazione a sfondo religioso-pagàno delle culture più antiche.
"Su Passu Anticu", invece è quel passo che per le sue caratteristiche di semplicità, raggiunge la sua massima espressione quando è accompagnato dall’armonica a bocca, ma soprattutto dal canto dei tenores. È sicuramente il passo che ha subito meno trasformazioni nel corso dei secoli, e come indica il nome stesso, è probabilmente il più antico di tutti. "Su Ballittu Siniscolesu" è invece quel tipo di passo che, nell’ambito del nostro paese, ha gradualmente occupato il posto d’onore, fino a qualche tempo fa occupato da "Su Ballu Anticu". È difficile stabilire le cause di tale cambiamento, possiamo solo dire che "Su Ballittu" si presenta più gioioso e privo di remore rispetto a "S’anticu", che si presenta più serioso, quasi legato ad antichi riti arcaici.
"Su Ballu a trese", ovvero il ballo dei tre inchini, è un passo molto antico, tipico esclusivamente di Siniscola. Si differenzia, per interpretazione e natura, da tutti gli altri passi. Sia per la sua espressione cadenzata, sia per la presenza all’interno del passo di tre inchini, inseriti a comando. Esso si presenta molto serioso e poco spettacolare, quasi fosse parte di un antico rituale, di cui però non conosciamo l’origine.
"Sa Danza" è un ballo festoso che, a Siniscola, si eseguiva solo in particolari momenti di allegria all’interno della comunità. La sua interpretazione però, mette in risalto una forte contraddizione: da una parte l’antichità del passo stesso, il cui nome originario era "Su Dillu"(deriva da "dillezu" che significa zimbello, irrisione, scherno), e dall’altra il modo stesso d’interpretarlo. Il fatto che le coppie dei danzatori si tengano per mano a ballo aperto, dando vita ad una frenetica danza, conferma una serie di alterazioni che, nel corso dei secoli, hanno portato prima ad un mutamento nel significato interpretativo, ed in seguito alla modifica del nome stesso di questo passo.

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GRAZIA DELEDDAGrazia Deledda nasce a Nuoro il 27 settembre 1871. Il padre, benestante, dopo la scuola elementare — unica istruzione formale ricevuta dalla scrittrice — assume un istruttore per guidare la ragazza nello studio dell’italiano e del francese. Proprio a causa della breve educazione regolare e della giovanile propensione per la letteratura d’appendice (Sue, Dumas, Invernizio), durante tutta la precoce e fortunata carriera, Grazia Deledda ebbe non pochi detrattori, che la giudicarono rozza e illetterata. L'unica eccezione di rilievo fu Luigi Capuana. Anche l’attribuzione nel 1926... [continua]

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GAVINO LEDDAGavino Ledda nasce a Siligo, in provincia di Sassari, il 30 dicembre 1938; fa il pastore fino a 20 anni, senza frequentare alcun tipo di scuola. Nel 1958 decide di arruolarsi volontario nell’esercito italiano. Nel 1959 diventa sergente esperto in radiotecnica presso la scuola di trasmissioni della Cecchignola, a Roma, e nel 1961, a Pisa, consegue da privatista la licenza media. Nell’aprile 1962 si congeda dall’esercito e ottiene, sempre da privatista,la licenza ginnasiale a Ozieri, in Sardegna, dove è nel frattempo rientrato. Successivamente, è ammesso alla terza liceo classico... [continua]

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AMEDEO NAZZARISuo padre Salvatore era proprietario di un pastificio e sua madre Argenide era figlia del "vero" Amedeo Nazzari, già presidente della Corte d'appello di Vicenza, trasferito poi a Cagliari. Amedeo Buffa ha solo sei anni quando suo padre muore e la madre si trasferisce con lui e le sorelle a Roma. Qui compie gli studi presso un collegio di padri salesiani. In questo ambito matura la sua vocazione artistica fin dalle prime recite scolastiche, per poi passare ai palcoscenici delle filodrammatiche e arrivare infine, dopo aver abbandonato gli studi di ingegneria, al teatro vero e proprio... [continua]

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ALIGI SASSUAligi Sassu nasce a Milano il 17 luglio 1912 da Lina Pedretti, originaria di Parma, e da Antonio Sassu, uno dei fondatori del partito socialista di Sassari. Nel 1921 la famiglia si trasferisce a Thiesi, in Sardegna, e vi rimane per tre anni, periodo breve ma fondamentale per le impressioni che permearono l'animo dell'artista. Avviene qui infatti l'incontro con i cavalli e con i colori forti del paesaggio mediterraneo. Tornato a Milano, si entusiasma nella lettura di riviste e testi futuristi, interesse infuso in lui dal padre, che lo portò a soli sette anni nel 1919 a visitare la prima collettiva dei futuristi al Cova... [continua]

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MARIA CARTAMaria Carta è nata nel Logudoro, a Siligo (Sassari) il 24 giugno 1934, da una famiglia di lavoratori. Ha passato l’infanzia, come ogni bambino della sua condizione, aiutando nel lavoro la famiglia, ma anche prestando attenzione vivacissima alle tradizioni della sua gente. Fin da bambina quindi ha appreso, insieme con le fatiche e la durezza dell’esistenza, la cultura ed i canti della sua terra, che ha cominciato a produrre nell’ambito della tradizione più attenta e severa, controllata dai vecchi, depositari di secolari, se non millenarie melodie... [continua]

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ALBINO MANCASin da piccolo mostrò interesse per l'arte e dopo il servizio militare si trasferì a Roma dove si diplomò all’Accademia di Belle Arti, sotto la guida di Pietro Canonica. Iniziò quindi a farsi conoscere nell'ambiente della nobiltà romana e riuscì presto a farsi apprezzare tanto da divenire un artista apprezzato dal regime fascista. A quel periodo risalgono alcuni ritratti di Benito Mussolini (per la maggior parte dispersi dopo la caduta del fascismo) e di alcuni membri di Casa Savoia. Anche le sculture del Palazzo della Legione dei Carabinieri di Cagliari (1932) risalgono a quel periodo in cui... [continua]

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