LOMBARDIA
- Cucina
- Danza e teatro
- Personaggi
POLENTA TARAGNAIngredienti250 g di farina di grano saraceno macinata grossa, 100 g di burro, 100 g di formaggio scimut della valtellina, 1 manciata di farina gialla, sale PreparazionePorre sul fuoco un paiolo con 900 cl di acqua fredda e portare ad ebollizione.
Quando alza il bollore gettarvi a pioggia le farine e rimestare senza interruzione per 90 minuti. Unire alla polenta il burro e continuare la cottura per altri 10 minuti. Aggiungere il formaggio tagliato a fettine e mescolare per alcuni minuti, quanto basta perché si sciolga ma non si dissolva nella polenta. La polenta taragna può essere portata in tavola e consumata così o accompagnata con luganeghe cotte sulla piastra.
CASONCELLIIngredienti500gr di farina, 3 uova, 250gr di carne/salame/salsiccia macinata, 170gr di grana, 1 pera, 100gr di pancetta tagliata, 80gr di burro, pochi gr di uva sultanina, ma non essenziale, sale, pepe, uno spicchio d'aglio e alcune foglie di salvia, 100 gr circa di pangrattato
PreparazioneAmalgamare la farina, 2 uova, sale e acqua. Mentre lasciate riposare l'impasto per circa una mezzora potete preparare il ripieno. Fate rosolare con il burro il salame o la salsiccia macinata, aggiungete la carne arrostita, la pera tritata, aglio e prezzemolo. In una bacinella aggiungete poi un uovo, il grana, il pangrattato, sale, pepe e, se volete, anche dell'uvetta sempre tritata. Amalgamate bene il tutto aggiungendo se serve un po' d'acqua. Spianate bene la sfoglia sul tavolo, quindi ritagliate con una formina dei dischi di qualche centimetro di diametro. Disponete poi i dischi ponendovi nel mezzo una cucchiaiata di ripieno. Piegate quindi in disco in due, pressando bene ai lati e lasciando quindi il ripieno su un lato solo. Pressate poi leggermente per distribuire uniformemente il ripieno sul lato. A questo punto dovrete mettere a lessare i casoncelli in acqua salata bollente. Solo dopo averli bene scolati riponeteli pure direttamente nel piatto, condendoli con un'abbondante spolverata di grana grattuggiato e il burro cotto con salvia e pancetta tagliata a strisce. Questo gustoso primo piatto è pronto e va servito subito.
PANETTONEIngredienti1,350 chili di farina bianca, 450 gr di burro, 350 gr di zucchero semolato, qualche cucchiaio di latte, 200 gr di uva sultanina, 250 gr di lievito di pasta di pane, 50 gr di arancia e cedro canditi a pezzettini, 10-12 rossi e tre uova intere, salePreparazioneFar lievitare bene, in un tovagliolo infarinato, il lievito di pane, che sarà uno dei fattori fondamentali per una buona riuscita, lasciandolo raddoppiare di volume in un luogo tiepido e senza umidità . dovrebbero bastare circa due ore. predisporre circa 150 grammi di farina sulla spianatoia, sbriciolarvi il lievito, sciogliendolo con un poco di acqua tiepida, incorporare man mano la farina, fino a formare un impasto morbido e omogeneo. formato un bel panetto, coprirlo con un tovagliolo in una terrina infarinata e lasciarlo riposare per tre ore. trascorso il tempo, rimettere sulla spianatoia 200 grammi di farina e disporre al centro la pasta lievitata nelle tre ore. ammorbidire e sciogliere la pasta di lievito con qualche cucchiaio di latte e unire la farina, lavorandola bene. impastare con energia e formare una palla da disporre a lievitare, come prima, nella terrina coperta, per due ore. tagliare a dadini il cedro e l'arancia candita, ammorbidire in acqua tiepida l'uvetta sultanina per un quarto d'ora e asciugare bene. fare sciogliere a parte 300 grammi di burro, senza farlo friggere. in un altro recipiente fare sciogliere lo zucchero con acqua calda per ottenere uno sciroppo, unire i rossi e le uova intere, lasciare cuocere a bagno maria per intiepidire il composto. versare sulla spianatoia un chilo di farina, aggiungere un poco di sale fino mescolandolo alla farina e disporre il tutto a fontana. prendere la palla lievitata e porla al centro, unire il burro fuso e stemperare bene. aggiungere lo sciroppo di zucchero, con le uova, e incorporare poco alla volta tutta la farina rimasta. lavorare con forza per buoni venti minuti, facendo amalgamare bene tutti gli ingredienti fino a ottenere una pasta consistente, liscia ed elastica. alla fine aggiungere l'uvetta e i canditi. a casa, date le dimensioni del forno, si potrà dividere il composto in due o tre pani. ungersi le mani di burro e, arrotondare i pezzi ponendoli su un foglio di carta imburrata e infarinata, per posarli alla fine su un asse di legno. lasciarli lievitare per circa sei ore, in luogo caldo e asciutto, senza correnti. la lievitazione è completa quando il volume è più che raddoppiato. metterli per qualche minuto al fresco e quindi in forno, a 200-220°. dopo cinque minuti di cottura, versare sulla croce incisa sulla superficie dei panettoni il rimanente burro, e man mano che procede la cottura, diminuire con cautela la temperatura del forno per non farli bruciare. questo dolce natalizio tipico di Milano ha molte leggende sulla sua origine. qui è riportata una delle ricette tradizionali, adattata ad una esecuzione casalinga.
LA BERGAMASCADanza e canzone a ballo di carattere popolaresco, originaria della città di Bergamo (donde il nome), in uso nei sec. XVI e XVII. Danza di corteggiamento, probabilmente composta sopra una canzone quattrocentesca di origine toscana, era eseguita a coppia e a tondo a tempo 2/4 ed era assai ricca di salti e capriole. Come danza ricorre nel Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, come canzone-villanella nelle Villotte di F. Azzaiolo (1569). A partire dal tardo Cinquecento diede origine a brani strumentali, composti, fra gli altri, da G. Frescobaldi, S. Rossi, B. Marini, S. Scheidt. Il tema di bergamasca poteva essere soggetto a molteplici elaborazioni o usato come basso ostinato; nel sec. XIX il termine si riferì a una danza molto vivace, in 6/8, simile alla tarantella.
LA PIANADanza e canzone a ballo di carattere popolaresco, originaria della città di Bergamo (donde il nome), in uso nei sec. XVI e XVII. Danza di corteggiamento, probabilmente composta sopra una canzone quattrocentesca di origine toscana, era eseguita a coppia e a tondo a tempo 2/4 ed era assai ricca di salti e capriole. Come danza ricorre nel Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare, come canzone-villanella nelle Villotte di F. Azzaiolo (1569). A partire dal tardo Cinquecento diede origine a brani strumentali, composti, fra gli altri, da G. Frescobaldi, S. Rossi, B. Marini, S. Scheidt. Il tema di bergamasca poteva essere soggetto a molteplici elaborazioni o usato come basso ostinato; nel sec. XIX il termine si riferì a una danza molto vivace, in 6/8, simile alla tarantella.
LA GIGALa giga è una danza di andamento veloce in tempo ternario. Venne utilizzata soprattutto nei secoli XVII e XVIII come forma colta dell'omonima danza popolare di origine nord europea, che entrò a far parte della suite strumentale come movimento conclusivo.
Forse di origine irlandese, la giga venne importata dalla Francia, dove tra l'altro si rintracciano delle simili varianti quali la Loure. Dall'iniziale tempo semplice in 3/8, derivarono i relativi tempi composti, quali ad esempio 6/8, 12/8, 9/8 e 9/4. Essa ampliò la sua tessitura con il passare del tempo, arricchendosi di una sempre più articolata struttura contrappuntistica. Complessivamente restò invariata la tradizionale suddivisione ternaria in battuta, nonostante ci siano degli esempi, come la giga della suite francese n. 1 BWV 812 di Johann Sebastian Bach, dove la scrittura è invece in 4/4.
Bach utilizzò largamente la giga nelle sue composizioni facendo raggiungere a questa forma la sua massima espressione; più recentemente è stata ripresa da musicisti quali Claude Debussy, Igor Stravinskij e Arnold Schönberg.
GIULIO BOSETTIGiulio Maria Gastone Stefano Bosetti (Bergamo, 26 dicembre 1930 – Milano, 24 dicembre 2009) è stato un attore, regista teatrale e doppiatore italiano. È stato anche impresario teatrale ed ha legato il suo nome al Teatro Carcano[1]. È ricordato per le sue numerose interpretazioni in sceneggiati e prosa televisiva di produzione RAI. Ha collaborato a lungo con il Teatro Stabile di Genova. Dal 1950 ha lavorato in varie formazioni, affiancando oltre alle interpretazioni di classici come Ionesco, Dostoevskij e Diego Fabbri, anche un'intensa attività televisiva e cinematografica.
Negli anni settanta... [continua]
GIORGIO GABERCol suo teatro-canzone Giorgio Gaber ha attraversato quarant'anni cruciali della storia italiana, in una compenetrazione continua tra pezzi di vita pubblica e privata. Ironico, ruvido, istrionico, nel corso degli anni è stato definito "anarchico", "vate dei cani sciolti" e perfino "l'Adorno del Giambellino", ma qualsiasi etichetta risulta insufficiente a riassumerne la personalità.
Gaber si è spento a 63 anni, dopo una lunga malattia. Ritratto di un "maverick" meneghino che non ha mai accettato di farsi accalappiare
"Vivere, non riesco a vivere ma la mente mi autorizza a credere che una storia... [continua]
LELLA COSTAGDopo il liceo classico Carducci di Milano, frequenta la facoltà di Lettere e supera tutti gli esami, senza però laurearsi. Si diploma all'Accademia dei Filodrammatici ed esordisce, dopo esperienze di traduttrice, nel 1980 nel suo primo monologo. Attrice, doppiatrice, ha al suo attivo trasmissioni radiofoniche e televisive particolarmente innovative, autrice di monologhi da lei portati con successo in teatro. Ha anche partecipato ad alcune esperienze cinematograifhce interessanti (si ricordi Ladri di saponette di Maurizio Nichetti). Molto attiva nel mondo dell'associazionismo, promuove da anni l'attività di Emergency, ha dato la sua voce per lo spot di Peacereporter e si è sempre distinta nelle battaglie a difesa dei diritti civili.
GAETANO DONIZETTIDomenico Gaetano Maria Donizetti nasce a Bergamo il 29 novembre 1797 da una famiglia di umili condizioni, quinto dei sei figli di Andrea Donizetti e Domenica Nava. Nel 1806 Gaetano viene ammesso alle "Lezioni caritatevoli di musica" dirette e fondate da Simone Mayr con lo scopo di poter preparare i bambini per il coro e impartire loro delle solide basi musicali. Il ragazzo dimostra subito di essere uno studente esuberante e particolarmente sveglio: Mayr intuisce le potenzialità del ragazzo e decide di seguire personalmente la sua istruzione musicale ... [continua]
ALESSANDRO MANZONIAlessandro Manzoni nacque a Milano nel 1785, dal conte Pietro, un uomo di mediocre cultura, ricco possidente del contado di Lecco e da Giulia Beccaria, figlia del giurista Cesare Beccaria, uno dei più illustri rappresentanti dell’Illuminismo lombardo, l’autore de Dei delitti e delle pene. In realtà — secondo un’ipotesi oggi comunemente accettata — Manzoni ebbe come padre naturale Giovanni Verri, che fu amante della madre. I genitori del Manzoni si separarono quando egli era ancora molto giovane. Per questo motivo dovette trascorrere l’infanzia e la prima giovinezza,... [continua]
ALBERTO CASTAGNAAlberto Castagna nasce a Castiglion Fiorentino, in provincia di Arezzo, il 23 dicembre 1945. Dopo un anno di lavoro per la casa editricce Rusconi, inizia la carriera giornalistica al "Piccolo" di Trieste e approda in televisione come giornalista nel 1981. Inizia come redattore del TG 2, di cui diviene poi inviato speciale e conduttore. A scoprire le potenzialità di intrattenitore di Castagna è Pippo Baudo, il quale nel 1988 gli affida i collegamenti esterni di "Serata d'onore". Poi Castagna passa a "Mattina 2", dando il via al sodalizio con Michele Guardì.
Il suo nome diventa noto ... [continua]
ROBY FACCHINETTISe ne sta dietro una tastiera, timido timido, e quando il suo gruppo attacca un pezzo si mette a cantare a squarciagola canzoni che il più delle volte è stato lui stesso a scrivere. E' quel genio creatore di melodie meravigliose che risponde al nome di Camillo Facchinetti, in arte Roby, nato il giorno 1 maggio 1944 ad Astino, in provincia di Bergamo. Primo di cinque figli, la sua precoce passione per la musica porta i suoi genitori ad iscriverlo all'età di otto anni al conservatorio "Donizetti" di Bergamo. La sua prima band "I Monelli", vede la luce nel 1958: si esibisce nelle balere della provincia... [continua]
CARLA FRACCICarla Fracci, una delle ballerine più brave e note che l'Italia abbia mai avuto, regina di palcoscenici mondiali, nasce a Milano il 20 agosto 1936. Figlia di un tranviere dell'ATM (Aazienda Trasporti Milanesi), inizia a studiare ballo classico alla Scuola di danza del Teatro alla Scala nel 1946. Carla Fracci consegue il diploma nel 1954, poi prosegue la sua formazione artistica partecipando a stage avanzati a Londra, Parigi e New York. Tra i suoi insegnanti c'è la grande coreografa russa Vera Volkova (1905-1975). Dopo solo due anni dal diploma diviene solista, poi nel 1958 è già prima ballerina... [continua]