Colombia

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PATACONESIngredienti4 pz di platano verde, 1 litro di olio (per friggere) PreparazioneSbucciare i platanos (tagliare le estremità e incidere la buccia). Tagliarli a rondelle dello spessore di circa 1 cm. Mettere l'olio in una pentola (si può benissimo usare la fritteuse) e farlo scaldare; controllare che giunga in temperatura spruzzandovi dentro una goccia d'acqua (se "schiocca" è in temperatura). Immergere le rondelle di platano un po' alla volta e fatele indorare (circa 2-3 min); scolatele e mettetele in un recipiente a parte. Una volta indorate tutte prendete un tagliere ed un bicchiere dal fondo piatto, prendete le rondelle fritte una ad una e schiacciatele fino a dar loro uno spessore di circa 3 mm. Rimettetele a friggere finché prendono una doratura scura (3-4 min) e toglietele dall'olio appoggiandole su della carta da cucina (anche a strati va bene). Metteteli in un recipiente e servitele!

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AREPASIngredienti200 gr di farina di mais (consigliata quella in foto), Un bicchiere d’acqua, Un cucchiaino di sale, Un cucchiaino di burro .PreparazioneVersate la farina di mais, il sale e il burro in una terrina capiente, aggiungete l’acqua e mescolate il tutto con le mani fino a quando otterrete un impasto morbido (non appiccicoso) che si possa lavorare con le mani. Dividete l’impasto a metà e formate delle polpettine grandi quanto un mandarino. Schiacciate le polpettine fino a quando otterrete un disco dello spessore di circa 1.5 centimetri. Versate un po’ d’olio su una piastra e a fiamma media, cucinate le arepas per circa 15 minuti. Quando si sarà formata una crosticina dorata, le arepas saranno pronte. Le arepas vengono servite calde come accompagnamento ad una grande varietà di pietanze. E’ molto comune farcirle con diversi ingredienti quali prosciutto, formaggio, fagioli neri, carne, pollo, gamberi, ecc.

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EMPANADASIngredientiPer la pasta: 140 gr farina 00, mezzo cucchiaino di sale, 1 pizzico di zucchero, 2 cucchiai di acqua fredda, 3 cucchiai di olio e.v.o. (per fare prima si può usare o la pasta sfoglia o brisé o da pizza pronte)
per il ripieno di carne: 150 gr di carne di manzo macinata, 2 cipollotti medi tritati compresa la parte verde, 6 olive verdi denocciolate, messe a perdere un po’ di salato e tagliate a metà, 1 uovo sodo a tocchetti grossolani (si può anche non mettere), 1 cucchiaio colmo di uvetta passa già fatta rinvenire in acqua tiepida e strizzata, sale, 1 cucchiaino colmo di paprika dolce (deve “tingere” il composto, quelle industriali non hanno molto sapore quindi di solito io trito i peperoni secchi dolci), mezzo cucchiaino di cumino in polvere, 1 cucchiaio di olio e.v.o., peperoncino piccante tritato se piace Preparazione Impastare tutti gli ingredienti per la pasta a mano o con l’impastatrice. Mettere la pasta a raffreddare in frigo in una terrina coperta dalla pellicola. Nel frattempo tagliare grossolanamente i cipollotti ed appassirli in casseruola con l’olio, aggiungere la carne e farla rosolare, l’uvetta, aggiungere quindi le spezie, regolare di sale e solo alla fine a fuoco spento aggiungere le uova tritate senza mescolare altrimenti si spappolano troppo. Il ripieno può anche essere fatto il giorno prima per avvantaggiasi, ma comunque deve raffreddarsi del tutto. Tirare la sfoglia scelta fino a 2 mm circa di spessore e poi tagliare dei dischi: la misura tradizionale è di 12 cm di diametro. Io per tagliare uso dei vecchi coperchi di alluminio che hanno i bordi non stondati, ma in sostituzione vanno bene i coperchi di plastica delle ricotte o mascarpone, ma in questo caso fate attenziona quando estraete il disco dal coperchio. Impilare i dischi intervallati bene dalla farina. Dare una veloce mescolata al ripieno, usarne un cucchiaio colmo per farcire ogni disco ed aggiungere 2 mezze olive verdi al centro. Si chiude il raviolo creando un cordoncino sul bordo per sigillare bene il tutto. La cottura tradizionale è la frittura, ma fatte al forno per un 20 minuti a 180 ° su carta da forno vengono buone e più leggere.

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SANCOCHOIngredienti3 petti di pollo disossati e tagliati a pezzi, 6 pezzi di cotolette di maiale senza osso, 450 g di carne bovina tagliata con o senza osso, 1 manioca in pezzi grandi, 2 pannocchie di mais in pezzi grandi, 3 o 4 plantani in pezzi medi, 1 patata pelata in pezzi, 1/4 zucca pelata in pezzi, 1 patata dolce pelata in pezzi, 1 peperone verde tagliato in piccoli pezzi, 1/2 rametto di prezzemolo, 2 cipolle tagliate sottili, 1 rametto di coriandoli, 2 dadi di pollo, 2 dadi di bue, 2 cucchiai di aceto, 1 cucchiaiata di salsa inglese.PreparazioneIn una pentola grande si mette un poco d’olio (2 cucchiai e mezzo) e un poco di zucchero (mezzo cucchiaio) a fuoco alto. Si mette la carne tutta assieme perché si ammorbidisca un poco, e si lascia affinché prenda colore. Aggiungere acqua, incoperchiare, e quando comincierà a schiumare, si lasci da 40 minuti ad un’ora fino all’ebollizione di tutta l’acqua. Si toglie la carne e si mette a parte. Nella stessa pentola con il sapore della carne si mette acqua e si lascia bollire (mezza pentola). Si aggiungono i pezzi grossi delle verdure e per ultimi peperone e cipolla tagliati sottili. Si copre e si lascia bollire (circa 40 minuti più o meno), sino a quando le verdure saranno cotte. Poi si rimette la carne nella pentola. Si aggiunge una cucchiaiata di salsa inglese, i dadi e si porta a termine la cottura. Aggiungere l’aceto (circa 2 cucchiai), e aggiustare di sale.

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PATRICIA ARIZAPatricia Ariza, attrice e drammaturga colombiana, è co-fondatrice della Casa della Cultura di Bogotà, diventata poi il teatro La Candelaria, nato nel 1968. Attivista politica fin dalla giovinezza, più volte imprigionata per aver partecipato a manifestazioni contro la guerra in Vietnam, è da anni presidente della Cooperazione colombiana del teatro, uno spazio culturale e creativo che lavora a stretto contatto con situazioni di marginalità. Con il compagno Santiago Garcìa da anni porta avanti un progetto... [continua]

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BAMBUCO Ritmo di motivi e danze popolari andine di origine afro-ispanica molto diffuso in Colombia dove è considerato alla stregua di musica nazionale. Accompagnato dal suono delle marimba, il bambuco - che in realtà è una commistione di più musiche centroamericane - rispetta un tempo di 6/8 (o 3/4) ed è assimilabile alla musica guasca tipica delle Ande Colombiane e al bambuco tachirense suonato in 5/8 nello stato di Tàchira, sul versante venezuelano andino. Un paragone europeo può essere fatto con la polka o il valzer.

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CUECA La cueca è un ballo praticato in America meridionale, in particolare in: Argentina, Bolivia, Cile, Colombia e Perù. Origini Non si conoscono le sue vere origini ma si pensa che abbia avuto influenze spagnole o africane. La versione più diffusa sembra derivi dalla zamacueca, un ballo peruviano che rappresenta una variante della danza spagnola di derivazione creola o africana. Si pensa che la zamacueca sia arrivata in Cile e in Argentina dove il nome fu poi distorto e abbreviato continuando ad evolversi. L'interpretazione più comune che viene fatta di questo ballo di piazza è zoomorfica: ripropone il rituale del gallo e della gallina dove il maschio, molto entusiasta e al tempo stesso aggressivo tenta di corteggiare la femmina che è invece molto elusiva e si mantiene sulla difensiva.

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CUMBIA La cumbia è una musica popolare, un canto e una danza colombiana. La cumbia è soprattutto un pezzo di storia della Colombia. Tale danza di coppia è nata all'interno degli eventi relativi alla conquista spagnola, che ebbe inizio nel 1538 con la distruzione della popolazione dei Chibcha. Solo nel 1886 la nazione fu chiamata Repubblica di Colombia (in omaggio a Cristoforo Colombo). Finché fu colonia spagnola, ebbe il nome di Nuova Granada. La cumbia è emanazione diretta della cumbiamba, una danza in circolo che uomini e donne di colore eseguivano a piedi nudi sulla sabbia, in riva al mare, attorno ad un grande falò. È importante fissare bene questo passaggio per capire che danza è la cumbia e ipotizzare quale sia la sua origine. La denominazione è africana. In molti dialetti parlati dagli africani il termine "kumb" significa suono, rumore o frastuono. Quando i gli africani furono impiegati nelle sterminate piantagioni della Colombia coloniale, le piantagioni stesse furono chiamate kumbè, per via dei suoni e dei rumori che gli schiavi producevano durante il lavoro. Oggi in uso come ballo di coppia in Colombia e nelle zona amazzonica del Perù, Argentina e Cile i ballerini ballano stando di fronte a coppie senza contatto diretto avanzando ed indietreggiando insieme. Esiste una versione moderna della cumbia chiamata cumbia rap.

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GABRIEL GARCIAGabriel José de la Concordia García Márquez (Aracataca, 6 marzo 1927[1]) è uno scrittore e giornalista colombiano, insignito, nel 1982, del Premio Nobel per la letteratura. La sua notorietà si deve principalmente alla attività di scrittore, nella quale si è espresso ad un altissimo livello, ottenendo un grande successo di pubblico e di critica in tutto il mondo. Considerato il maggior esponente del cosiddetto realismo magico in narrativa, ha contribuito a rilanciare fortemente l'interesse per la letteratura... [continua]

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MANUEL ELKIN PATARROYOManuel Elkin Patarroyo (Ataco, 1946) è un medico colombiano che ha scoperto un vaccino contro la malaria noto anche come SPf66. Nato ad Ataco, città colombiana del Dipartimento di Tolima, si laurea in Medicina e Chirurgia presso la Universidad Nacional de Colombia e si specializza in immunologia negli USA. Nel 1984 fonda e dirige l' Instituto de Inmunología del Hospital San Juan de Dios di Bogotà. Attualmente è professore della Universidad Nacional colombiana e professore associat... [continua]

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