CESAR VALLEJO Ultimo di dodici figli, César Abraham Vallejo nasce nel marzo 1892 a Santiago de Chuco (3500 metri d’altezza), grosso villaggio, più che cittadina, della corgliera peruviana. Alunno notevole, sarà poi uno studente molto brillante. Nel 1910 parte per Trujillo (quattro giorni di viaggio a cavallo) e s’iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia.
Fondamentale è in quegli anni l'esperienza nell’hacienda "Roma" (produzione zuccheriera), durante la quale fare a meno riflettere sulle disperate condizioni dei peones. Un'eperienza il cui segno fu durevole in un uomo ossessionato dall’ingiustizia sociale.
Ripresi gli studi ha un primo successo con la sua tesi Il romanticismo nella poesia castigliana. Accolto prestissimo fra gli intellettuali e gli artisti che formano un gruppo molto numeroso, inquieto, turbolento e ardito, la cui bohème è però in Vallejo soltanto un atteggiamento, egli pubblica i primi versi di tipo didattico, imponendosi pian piano per il dinamismo e i tratti umoristici della sua forte personalità intellettuale e artistica. Nel dicembre 1917, parte da Trujillo per la capitale, lasciando un ricordo profondo, misto a un senso di frustrazione. Un fascio di poesie è tutto il suo bagaglio.
Già alquanto noto, quasi subito entra in contatto con le riviste e i giornali, dove gli vengono pubblicate due o tre poesie, nonché pochi articoli, ottenendo d’altra parte, un impiego come direttore di collegio. Nel mese di agosto del 1918, ha pronta la sua prima raccolta di versi, Gli araldi neri, che usciranno nel luglio 1919. Elogi entusiastici e primi strali.
Nel 1920 torna a Santiago de Chuco e vi giunge in tempo per trovarsi coinvolto in una sanguinosa contesa locale che degenera in incendio. Con uno slancio molto suo, si reca per far da paciere sul posto dell’attentato. La sua sola presenza lo denuncia agli occhi delle autorità, parziali e incompetenti. Accusato d’incendio con altri diciannove, viene ricercato e poi arrestato il 6 novembre per esser liberato soltanto il 26 febbraio dell’annio seguente.
Nel 1922, Vallejo partecipa a un concorso e vince il premio con Oltre la vita e la morte, il che gli permette di far stampare il suo secondo volume di versi, Trilce, molte poesie del quale sono state scritte nella prigione di Trujillo, e che vede la luce proprio quando Chocano tocca l’apogeo come il Walt Whitman del Sud", secondo i suoi stessi termini. Nel 1923 compaiono Fiaba selvaggia e Scale melografiate. Nel giugno dello stesso anno, Vallejo, il quale progetta di fuggire fin dal 1920 e soprattutto dal momento dell’uscita di Trilce, s’imbarca per l’Europa.
Stabilitosi a Parigi, entra in contatto con lo scultore José de Creeft e stringe amicizia con Juan Gris. Più tardi, Unamuno, Marcel Aymé, Uarrault, Desnos, Artaud, Dullin, Cassou, Tzara, fra gli altri. Nel maggio 1925, si crea il "Bureau des Grands Journaux ibéro-américains". Vi entra come segretario. Poco dopo, inizia una serie di articoli per la rivista Mundial di Lima e, l’anno dopo, un’altra serie per Variedades, che si protrarranno fino al 1930. Infine gli viene concessa una borsa di studio a Madrid e, d’ottobre, fa il suo primo viaggio in Spagna. Ammalatosi, torna a Parigi per ristabilirsi, almeno fisicamente (primi sei mesi del 1928) e quindi parte per l’U.R.S.S., nell’ottobre dello stesso anno. Nel novembre, è di ritorno a Parigi. Il periodo dal luglio 1923 alla fine del 1928 è la stagione artistica di Poemi in prosa, Contro il segreto professionale e Verso il regno degli Sciris, e anche il periodo in cui si definisce l’evoluzione ideologica di Vallejo.
Al suo ritorno inizia L’Arte e la Rivoluzione; due lavori teatrali: La Cerbera (prima intitolato Mampar), che distruggerà qualche anno dopo, e Mosca contro Mosca, luogo e titolo espliciti, più tardi intitolato Tra le due sponde scorre il fiume. Nessuna poesia. A Madrid, seconda edizione di Trilce nel 1930. Il 2 dicembre, è dichiarato espulso dal territorio francese. Il 30, parte per la Spagna.
Qui assiste alla proclamazione della Repubblica in Spagnae si iscrive al Partito comunista spagnolo; insegna il marxismo agli studenti e agli operai. Per far fronte alla sua mancanza di mezzi, traduce La Rue sans nom, La Jument verte di Marcel Aymé, e Elévation di Henri Barbusse. Scrive il romanzo Il tungsteno, scaturito dall’esperienza nell'hacienda "Roma"; La Russia nel 1931 (tre edizioni in quattro mesi), il maggiore successo editoriale in Spagna dopo All’ovest niente di nuovo, e Paco Yunque, racconto per ragazzi, troppo triste, a detta dell’editore che lo rifiuta.
Nell’ottobre del 1931, terzo e ultimo viaggio nell’Unione Sovietica, dove rischia la morte, per la seconda volta dopo il suo arrivo in Europa, a pochi metri da un grave incidente di lavoro. Al suo ritorno a Madrid, il 31 ottobre, propone a diversi teatri Lock-out, d’ispirazione proletaria, La Cerbera e Mosca contro Mosca (tutti e tre i drammi sono rifiutati). Inizia La Russia davanti al secondo Piano quinquennale (rifiutato mentre era ancora in preparazione).
Nel febbraio febbraio 1932, ritorna a Parigi, dove ultima i Poemi urnani, nati nell’immensa, lontana Russia. Contemporaneamente, dopo il 1932, porta a termine La Russia davanti al secondo Piano quinquennale e scrive, nel 1934, Colacho fratelli o Presidenti d’America, una satira che rasenta la farsa.
Quando scoppia la guerra civile in Spagna, collabora subito alla creazione dei "Comitati di Difesa", offre il suo aiuto nei comizi, inizia una serie di articoli in cui denuncia l’iniquo "non intervento", vantaggioso solo al fascismo, non tanto a quello franchista quanto a quello internazionale. Poi, accrescendosi la sua inquietudine per lo sviluppo degli avvenimenti, parte per Barcellona e Madrid, il 15 dicembre 1936. È di ritorno il 31.
In ottantasei giorni scrive ventitré poesie, le ultime di Poemi umani, e rivolge alla Spagna stessa la sua preghiera e il suo eccesso di disperazione: Spagna, allontana da me questo calice.
Durante il mese di dicembre, scrive La pietra stanca.
Il 13 marzo 1938, si distende dopo colazione "per riposarsi un istante...", egli dice... e muore il 15 aprile, al termine di una crudele agonia, alle ore 9 e 20 del mattino.

 

Fonte: Edizioni Goree

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