CARLO VERDONE
Carlo Verdone nasce a Roma il 17 novembre 1950. Figlio del critico e docente di storia del cinema Mario Verdone, ottiene il diploma di regia presso il Centro Sperimentale di Cinematografia e si laurea in lettere. Dopo essersi fatto le ossa in cabaret, riscuote un notevole successo partecipando al programma televisivo "Non Stop "(1979). L'anno seguente esordisce dietro la macchina da presa con "Un sacco bello", dove ha modo di far risaltare il proprio fregolismo dando vita a vari ed assai divertenti tipi. In "Bianco, rosso e Verdone" (1981) ribadisce il proprio magistero, prestando maggiore attenzione all'approfondimento psicologico dei personaggi. "Borotalco"(1982) lo vede spostarsi su più tradizionali lidi di commedia sofisticata, con risultati migliori che nel successivo "Acqua e sapone" (1983). Dopo aver fatto coppia con Sordi - che firma anche la regia - per "In viaggio con papà" (1982), dirige i meno riusciti "I due carabinieri" (1984) e "Troppo forte" (1986), ove il rischio della maniera fa capolino in maniera preoccupante. Consapevole di rischiar il bozzettismo, Verdone sceglie un più maturo modo di raccontare in "Io e mia sorella" (1987), in cui s'affaccia pur fra le risate una nota di malinconia alla quale egli spesso - ed è un peccato - metterà la sordina. Tra analisi sociale e critica di costume, "Compagni di scuola" (1988) è a tutt'oggi il suo film più convincente, in virtù della propria dimensione corale e di una compatta sceneggiatura, che pigia con decisione sul pedale della cattiveria. In seguito, tra parecchi esiti discutibili o ripetitivi ("Il bambino e il poliziotto", 1989; "Stasera a casa di Alice", 1990; "Al lupo, al lupo!", 1992; "Viaggi di nozze", 1995; "Sono pazzo di Iris Blond", 1996; "C'era un cinese in coma", 2000), vanno segnalati quali felici eccezioni "Maledetto il giorno che t'ho incontrato" (1992), quasi esemplare nel disegno della delicata storia d'amore fra due nevrotici; "Perdiamoci di vista" (1994), nel quale s'irride con una certa efficacia la cosiddetta tv del dolore; "Gallo cedrone" (1998), che aggiorna ai nostri tempi il velenoso sarcasmo sordiano nella caratterizzazione dei peggiori vizi italici. Tra gli ultimi film realizzati dal regista romano ricordiamo "Ma che colpa abbiamo noi" (2002) e "L'amore è eterno finché dura"(2003), rappresentazioni "malincomiche" della società e del mondo dello spettacolo, dei rapporti privati e delle incertezze individuali; "Il mio miglior nemico" (2006), tra i suoi maggiori successi al box-office, pur se tra le opere sue più irrisolte; da notare, infine, la maiuscola prova d'attore fornita nell'ultimo degli episodi che compongono "Manuale d'amore" (2005) di Giovanni Veronesi. Con “Grande, grosso e Verdone” (2008) il cineasta romano sembra congedarsi dal proprio cinema originario, quello di maschere e caratterizzazioni, dando avvio nel 2010 ad una nuova fase del suo lavoro con un tipo di commedia più adulta "Io, loro e Lara"