FEDERICO FELLINI Federico Fellini nasce a Rimini il 20 gennaio del 1920, da Ida Barbiani e Urbano Fellini. Da bambino trascorre lunghe ore in solitudine, inventando personaggi per il teatro dei burattini e preferndo i giochi di fantasia a quelli di movimento. Sua grande passione è e rimarrà per tutta la vita il disegno, a cui affida i suoi sogni. Diventa ben presto un affezionato lettore di fumetti, in particolare di quelli pubblicati sul settimanale Il Corriere dei Piccoli. Nel 1930 frequenta la prima classe del Ginnasio-Liceo Giulio Cesare ed incontra colui che sarà suo inseparabile amico per sempre, Luigi Benzi, il "Titta" protagonista di AMARCORD. Superati gli esami di maturità classica nel 1938, pubblica alcune vignette su La Domenica del Corriere nello spazio dedicato ai lettori, collabora al settimanale politico-satirico fiorentino dell'editore Nerbini, che gli pubblica brevi racconti, rubriche e disegni firmati con lo pseudonimo Fellas.

Nel 1939 si trasferisce a Roma e si iscrive alla facoltà di giurisprudenza, ma non termina gli studi. Il soggiorno romano gli offre l'occasione di incontrare il pittore Rinaldo Geleng e il regista Stefano Vanzina, in arte Steno. Collabora al bisettimanale satirico-politico di grande successo dell'editore Rizzoli, Il Marc'Aurelio. Attraverso l'amico Ruggero Maccari conosce il comico Aldo Fabrizi e ne diventa immediatamente grande amico, oltre che l'autore di gag e lo scrittore di fiducia per spettacoli di varietà e di film. Nel 1940 collabora a vari periodici e partecipa ufficialmente alla prima sceneggiatura, il film è "IL PIRATA SONO IO!" diretto da Mario Mattoli e il protagonista è Macario. Dal 1941 ha inizio un'intensa attività di soggettista e sceneggiatore che lo porterà a firmare in pochi anni 30 opere cinematografiche tra cui, DOCUMENTO Z3, L'ULTIMA CARROZZELLA, CAMPO DE'FIORI, LA FUMERIA D'OPPIO, FRANCESCO GIULLARE DI DIO, EUROPA'51, FORTUNELLA. Il suo apporto al cinema neoralista si concretizza in opere importanti quali, ROMA CITTA' APERTA, PAISA', SENZA PIETA', IN NOME DELLA LEGGE, LA CITTA' SI DIFENDE, e lo porta a stretto contatto con Pietro Germi e Roberto Rossellini.

Nel 1943 sposa Giulietta Masina, giovane attrice di prosa conosciuta durante le frequentazioni all'emittente radiofonica EIAR. Grazie alla collaborazione con Ennio Flaiano e Tullio Pinelli, nel 1950 Federico Fellini firma il suo film d'esordio, LUCI DEL VARIETA'. Seguono LO SCEICCO BIANCO nel 1952 e i VITELLONI l'anno seguente. Dopo l'episodio di AGENZIA MATRIMONIALE, nel 1954 Fellini gira LA STRADA (Leone d'Oro a Venezia e Oscar come miglior film straniero), nel 1955 IL BIDONE, e nel 1957 LE NOTTI DI CABIRIA (Oscar come miglior film straniero) una trilogia d'opere definita "realismo creaturale". Nel 1959 è la volta del capolavoro destinato a suscitare accese polemiche moralistiche e ricorsi alla censura, LA DOLCE VITA (Palma d'Oro al festival di Cannes). In risposta allo scandalo provocato, nel 1961, Fellini realizza LE TENTAZIONI DEL DOTTOR ANTONIO in cui sperimenta per la prima volta l'uso del colore. Considerata l'opera più compiuta del maestro oltre che paradigmatica dell'intera produzione felliniana, viene alla luce nel 1963, OTTO E MEZZO (Oscar come miglior film straniero e Gran Premio al Festival di Mosca), quanto mai innovativo per linguaggio, e struttura narrativa. Nel 1965 la visionarietà del regista e le letture junghiane trovano realizzazione in GIULIETTA DEGLI SPIRITI. Parallelamente ha inizio il parto de IL VIAGGIO DI G.MASTORNA, film sull'aldilà, dal percorso creativo tormentato e mai risolto, che condiziona profondamente e in negativo la salute del regista. I racconti di Edgar Allan Poe gl'ispirano nel 1968 l'episodio di TRE PASSI NEL DELIRIO, TOBY DAMMIT ed il voler creare qualcosa per la televisione lo portano ad assemblare frammenti di una finta inchiesta giornalistica in BLOCK-NOTES DI UN REGISTA.

Nel 1969 Fellini si cimenta nella grande impresa di trasporre in chiave fantastica il romanzo latino di Petronio Arbitro, ottenendo come risultato il personale SATYRICON e l'anno dopo va a sublimare il grande amore per il circo girando I CLOWNS. Le due città che l'hanno visto nascere, crescere e invecchiare, Rimini e Roma vengono immortalate e filtrate da sensazioni e ricordi molto personali in ROMA e AMARCORD (Oscar come miglior film straniero) rispettivamente nel 1972 e 1973. Nel 1976 l'universo felliniano fatto di sogni, visioni e donne opulente cede il posto ad una sperimentazione di tipo pittorico e a metafore esistenziali che compongono un'estetica cinematografica raffinata e innovativa, il film è il CASANOVA DI FELLINI. Prodotto dalla RAI nel 1978 Fellini dirige PROVA D'ORCHESTRA e nel 1980 con LA CITTA' DELLE DONNE va a sondare alla sua maniera, il rapporto uomo-donna messo in crisi e rivoluzionato dalla presa di coscienza femminista. Tonalità profetiche dipingono LA NAVE VA del 1983, mentre disprezzo e critica all'omologante televisione che fagocita tutto restituendo unicamente sponsor e mediocrità, vengono espressi nel malinconico GINGER E FRED del 1985. Nello stesso anno riceve il Leone d'Oro alla carriera alla mostra del cinema di Venezia. Dopo L'INTERVISTA del 1987, Fellini prende a pretesto narrativo il romanzo di Ermanno Cavazzoni "Il poema dei lunatici" e crea nel 1990 LA VOCE DELLA LUNA, riflessione poetica e folle sull'esistenza, la morte, il frastuono assordante dei tempi moderni e il silenzio assoluto rivelatore del profondo senso della vita.

Nel 1992, a seguito della collaborazione con il disegnatore Milo Manara, VIAGGIO A TULUM del 1991, Fellini vede l'incompiuto VIAGGIO DI G.MASTORNA (detto Fernet) diventare uno straordinario racconto a fumetti. Nel 1993 riceve a Los Angeles, dalle mani di Sophia Loren, l'Oscar alla carriera. Il 31 ottobre del 1993, alla vigilia del suo cinquantesimo anniversario di nozze il grande regista muore in seguito ad un ictus cerebrale. La camera ardente viene allestita laddove Fellini ha vissuto e creato quasi tutte le sue creature, nel Teatro 5 di Cinecittà, per accogliere gli oltre centomila amici, parenti e visitatori venuti da ogni parte del mondo a porgergli l'estremo saluto. Come per Picasso si sostenne che dopo di lui la pittura avrebbe potuto anche avere un altro nome, analogamente, dopo Fellini il cinema, potrebbe anche chiamarsi in maniera diversa.

 

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